Borgo di Calascio
Il borgo di Calascio è di origine normanna e si sviluppa intorno alla rocca; il suo aspetto fiabesco e medioevale ci lascia incantati. Qui, in un’’affascinante passeggiata nelle piccole viuzze, ammiriamo le casette in pietra, le case patrizie, il convento di S. Maria Delle Grazie (con all’interno il candelabro del XVII secolo e la tela di Giulio Bradeschini del XIV secolo), le chiese di S. Nicola (con il suo portale cinquecentesco di legno intagliato) e la Chiesa di S. Antonio Abate (1645).
L’attuale calascio deriva dalla fusione di due comunità: quella di calascio e quella di rocca calascio.
Per un lungo periodo i due borghi vissero in maniera indipendente l’uno dall’altro e con funzioni differenti, poi a seguito del terremoto violento del 1703, la Rocca danneggiata fu abbandonata e la popolazione si trasferì tutta nella sottostante calascio che da quel momento si sviluppa come unico centro abitato.
Lungo le vie del borgo, possiamo fermarci a gustare la cucina locale fatta di prodotti della terra; tipici sono la zuppa di lenticchie servita con quadratini di pane fritto in olio di oliva e le volarelle, ovvero pasta fatta in casa e tagliata a quadretti che vengono servite con le patate o le salsicce. Ottima anche da gustare la carne degli allevamenti di agnelli dell’altopiano di campo imperatore e tipico è il piatto di agnello alla chiara e con formaggio e uovo.
Uscendo dal paese di Calascio e proseguendo il cammino lungo un sentiero sterrato, raggiungiamo la cappella di S. Maria della pietà; piccola chiesa ottagonale costruita dai pastori intorno al 1415 in ringraziamento alla vergine quando i soldati, in una sanguinosa battaglia, respinsero un gruppo di briganti del confinante stato pontificio; e qui sostiamo, incantati e intrappolati in un un meraviglioso panorama mozzafiato.
Proseguendo il sentiero, raggiungiamo infine la Rocca che sovrasta, imponente, il territorio circostante. Questa fu costruita a 1.520 metri di altitudine interamente in pietra bianca in epoca normanna (intorno all’anno 1140) per volontà di Ruggero D’altavilla. Negli anni la struttura venne ampliata e modificata e intorno al 1480 furono realizzate le 4 torri intorno all’originale torrione e la merlatura ghibellina sul modello di quella del torre di celano.
La fortezza domina la valle del Tirino e l’altopiano di Navelli e aveva un uso esclusivamente militare infatti la sua posizione era molto favorevole dal punto di vista difensivo ed era utilizzato come punto d’osservazione militare in comunicazione con altre torri e castelli vicini, sino all’adriatico con la Torre di Cerrano.
Curiosità
A partire dagli anni ottanta del xx secolo il comprensorio aquilano del gran sasso ed in particolare la rocca di calascio sono stati utilizzati some ambientazione per numerosi film. Il primo e principale lungometraggio girato è Lady Hawke (usa, 1985) in cui la rocca (allora non ancora restaurata) era il rifugio dell’eremita impersonato da Leo Mckern. L’anno successivo venne ambientato nella rocca il nome della rosa (fra-ger-ita, 1986) con Sean Connery, mentre successivamente sono stati ambientati il viaggio della sposa (ita, 1997) e l’orizzonte degli eventi (ita, 2005). Più recente è stato il set per la serie padre pio della rai (ita, 2006). La rocca è visibile anche in alcune scene del film the american (usa, 2010) con George Clooney, interamente girato nella provincia dell’aquila, in particolare tra castel del monte, calascio e castelvecchio calvisio.
Grotte di Stiffe
Il nostro viaggio prosegue nel cuore del Parco Sirente Velino, visitando le Grotte di Stiffe; queste sono uno dei fenomeni carsici più conosciuti d’Italia. All’interno delle grotte, lungo un cammino di circa 700 metri, possiamo ammirare meravigliose cascate d’acqua e seguire il suggestivo torrente sotterraneo! La grotta infatti può essere definita una”risorgenza” ovvero una cavità dal cui interno fuoriesce un corso d’acqua.
Terminata la visita alle grotte, ci si può riposare nel punto di ristoro di Aquilanda e visitare questo piccolo museo dell’Abruzzo in miniatura.
Canoa su Tirino
Scendendo lungo la Statale e proseguendo verso Bussi, ci attende questa bellissima e incantevole esperienza in canoa lungo il fiume Tirino. Accompagnati dal nostro istruttore, navighiamo lungo le acque limpide e cristalline del fiume che lasciano penetrare i raggi del sole per diversi metri. La temperatura costante e l’abbondante ossigenazione permettono alla trota Fario, specie autoctona, di essere l’unica tipologia di pesce che popola il Tirino. Nel silenzio e nella pace di queste acque, inoltre possiamo ammirare la vegetazione lussureggiante e il volo di eleganti stormi di aironi.
Abbigliamento: attrezziarsi con scarpe da ginnastica o scarpe da trekking per le varie visite guidate. Possibilmente munirsi di bastone da montagna. Non portare passeggini, ma in caso di presenza di bambini neonati, munirsi di sacche/marsupi
Informazioni aggiuntive:
Alla scoperta del patrimonio storico-artistico, artigianale e gastronomico dei piccoli borghi “più belli d’Italia”, piccoli centri assolutamente da visitare…
Tour e introduzione alla storia del Borgo di Santo Stefano di Sessanio provincia di L'Aquila.
Le Terre della Baronia: Rocca Calascio e Castel del Monte
Visita guidata a Castelli, ai piedi del Gran Sasso, fa parte del club i Borghi più belli d’Italia; è famoso in tutto il mondo per la produzione di ceramiche, per la qualità del design ma soprattutto per la finezza della decorazione. Il Comune ospita l’interessante eparticolare Museo della ceramica. È possibile inoltre visitare una delle più antiche botteghe maiolicare che produce ancora artigianalmente le ceramiche cuocendole in antichi forni.
Lungo il Tratturo Magno: visita guidata a Castelvecchio Calvisio e la chiesa di San Cipriano, area archeologica di Peltuinum, Bominaco e le sue chiese, Navelli (club i Borghi più belli d’Italia)
Il castello di Rocca Calascio: a cavallo di una cresta, domina il versante di Campo imperatore a nord e l’altipiano di Navelli a sud fino alla conca aquilana ad ovest. Stupendo, di pietra bianchissima, dalle torri cilindriche, il castello è ben visibile e staglialo nel cielo. La sua posizione panoramica e alta (1 500 m), le sue forme tipicamente medioevali e l’enorme, selvaggia distesa di Campo Imperatore, sotto le sue mura, hanno ispirato più di un regista per girare film d’epoca o fantastici tipo Conan il Barbaro o Lady Hawke.
Rifugio Racollo – Campo Imperatore – Il Gran Sasso d’Italia: il rifugio è posizionato non lontano dal bivio fra la SS 17 e la strada che da Santo Stefano di Sessanio sale a Campo Imperatore. Dal rifugio si può tranquillamente godere di un buon panorama sul Corno Grande e una magnifica vista sul Monte Prena, sul Monte Camicia e sul più basso Monte Bolza.
Fonte Vetica è la zona sud-est di Campo Imperatore, attestata ad una quota di 1532 m. Nei pressi si trova, inoltre, la zona cosiddetta dei macelli in cui punti di ristoro fisso vendono salumi, insaccati, formaggi e carne fresca (tra cui i tipici arrosticini) da cucinare all’esterno in apposite aree attrezzate con tavoli, fornacelle e carbone.
A quota 2130 m sorge lo storico albergo dove nel 1943 fu tenuto prigioniero Benito Mussolini, a 2145 m si stagliano le cupole dell’Osservatorio astronomico, dotato di un telescopio di oltre un metro di diametro. Nei pressi c’è la piccola chiesa della Madonna della neve.
L’Orto Botanico del Monastero di San Colombo: nasce con l’intento di offrire una panoramica della flora, degli ambienti e dei paesaggi del Parco, in particolare della catena del Gran Sasso. L’Ente Parco riproduce e coltiva le specie minacciate d’estinzione al fine di attuare un’efficace conservazione “ex-situ”. I ricercatori del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino coltivano, a scopo di ricerca, specie ancora sconosciute alla scienza o quasi.
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